Essere ogni giorno una donna diversa. Vestire i panni - nel vero senso della parola - e le maschere degli stereotipi della società contemporanea o delle persone più comuni. Cambiare personalità costruendo, con abbigliamento, make-up e parrucche, una serie infinita di personaggi differenti. E' questa la sostanza del lavoro di Cindy Sherman, fotografa americana classe 1954, alla quale ora la collana Supercontemporanea della casa editrice Electa dedica una ricca monografia: ultima testimonianza in ordine temporale di una sensibilità artistica che ha conquistato i più prestigiosi spazi museali, il cuore della critica e i vertici del mercato artistico.
Mille identità bloccate in scatti fotografici ricchi di ironia e non di rado trasgressivi, allo scopo di trovare una sola unica dimensione personale: quella propria dell'artista che, nella continua trasfigurazione della sua immagine attraverso i travestimenti più elaborati ed improbabili, non fa altro che cercare la sua identità.
Un "io" che pare sfuggire continuamente, scivolare tra gli innumerevoli personaggi che la Sherman, nelle sue serie di immagini ispirate a vari temi, decide di volta in volta di interpretare da attrice protagonista. Una fragile ragazza di provincia, l'attrice di un noir hollywoodiano, una graziosa giovane infermiera, una Sophia Loren, una Giuditta che regge la testa di Oloferne...Non c'è limite alla fantasia della Sherman, che la porta a calarsi anche nei panni di figure grottesche e di personaggi storici o mitologici. Ma anche dietro ai ritratti apparentemente più rassicuranti si può leggere un'ombra: l'inquietudine della ricerca di sé stessa.
Un principio creativo che si ripete sempre uguale fin dagli inizi della sua produzione e che unisce la tecnica della fotografia a quella della performance d'artista. Il processo creativo della fotografa americana, infatti, si compie in due momenti: il travestimento, curato in ogni dettaglio, che corrisponde al calarsi nella parte, nel personaggio prescelto è il primo passo. Quindi avviene la registrazione della nuova identità attraverso un autoscatto. E sotto ogni immagine si creano storie fatte di passati, presenti e futuri, desideri, sogni e incubi. E' questa routine, sempre uguale eppure sempre diversa, carica di intimismo e di concettualità, che ha fatto di Cindy Sherman una star del mercato internazionale.
Fu la galleria newyorkese Metro Pictures (http://www.metropicturesgallery.com/), che rimane tuttora la sua galleria di riferimento principale, a rivelare il talento della Sherman e ad attirare l'attenzione del mondo della fotografia artistica su di lei. Nata il 19 gennaio 1954 a Glen Ridge nello stato del New Jersey, Cindy Sherman ha studiato disegno, pittura e fotografia al Buffalo State College, per poi approdare definitivamente all'impegno totale nella fotografia.
L'attenzione del settore non ha tardato ad arrivare: la celebre serie di scatti intitolata The Complete Untitled Still Films, realizzata tra il 1977 e il 1980, l'ha immediatamente portata alla ribalta e le immagini che ne fanno parte rimangono tuttora i suoi lavori più richiesti, tanto che una di queste nel 1999 è stata venduta da Christie's per 190.000 dollari, quotazione record spinta dalla mostra-evento dedicata all'artista dal MOMA di New York. Dopo la produzione ispirata dagli stereotipi dei personaggi femminili offerti dal cinema (in tutti i suoi generi: dal B-Movie al noir, dalla commedia al film straniero) sono arrivate le serie dedicate ai Freaks (1984), agli History portraits (1988) e ai dummies di Sex (1989). Più recentemente la Sherman si è dedicata a reinterpretazioni di clowns e di donne californiane-tipo.
Non solo fotografia, ma anche regia cinematografica. La Sherman ha, infatti, girato nel 1997 il suo primo, e per ora unico, prodotto filmico: un cortometraggio al femminile di 28 minuti intitolato Office Killer con Jeanne Tripplehorn, Molly Ringwald e Carol Kane. La celebrità internazionale raggiunta dalle sue opere l'ha portata anche ad intraprendere collaborazioni eccellenti: "esaminatrice" degli stereotipi femminili prodotti dai media e dalla pubblicità, la fotografa è entrata a far parte direttamente del mondo dell'advertising quando, lo scorso anno, ha realizzato la campagna promozionale dello stilista Marc Jacobs.
A 53 anni Cindy Sherman è oggi una delle figure più richieste dell'art business, espone nelle più prestigiose gallerie d'arte e in importanti musei e rappresenta, probabilmente, la più apprezzata fotografa donna vivente. I prezzi delle sue opere migliori si aggirano generalmente fra i 20.000 e i 50.000 dollari.
In Italia la Sherman collabora assiduamente, fin dal 1988, con la galleria d'arte di Milano Studio Guenzani (http://www.studioguenzani.it/), che attualmente ospita la doppia personale della Sherman in coppia con Louise Lawler (fino al 15 settembre).
C. Sherman, Untitled #228, 1990.
Il sito personale dell'artista è http://www.cindysherman.com/.
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