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domenica 20 gennaio 2008

Ceramiche d'autore in mostra e all'asta a Mantova.




Il grande artista danese Asger Jorn la chiamava “la fabbrica dei sogni”, sogni di ceramica trasformati in realtà grazie allo sposalizio tra imprenditoria artigianale e grande arte contemporanea italiana e internazionale, che oggi si mostrano al pubblico nell’esposizione dedicata alla fabbrica di ceramiche San Giorgio di Albisola, inaugurata il 19 gennaio alla Casa del Mantegna di Mantova e visitabile fino al 17 febbraio. 150 pezzi d’autore plasmati nel laboratorio ligure e portati a Mantova, insieme alla Casa del Mantegna, dall’Associazione Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani e dalla Delegazione Casalasco Viadenese, che hanno affidato al curatore Flavio Arensi la selezione delle opere e l’impostazione del percorso espositivo.


A. Jorn, Piatto (1972), maiolica graffita.











La fabbrica dei sogni. Grandi artisti alle ceramiche San Giorgio di Albisola prende il titolo proprio dalla definizione coniata dal protagonista di uno dei più riusciti incontri d’arte costruiti alla San Giorgio, con cui Jorn ha collaborato dal ’59 fino alla morte, realizzando alcuni assoluti capolavori come i piatti e le sculture in terracotta esposti in mostra.








W. Lam, Piatto (1977), terracotta smaltata e graffita.












Fabbrica di sogni la San Giorgio, ma anche di passioni e di amicizie saldate dalla ricerca sulla materia duttile. Giovanni Poggi, che festeggia quest’anno il cinquantesimo anniversario della sua fabbrica, lavora ancora tutto il giorno nel suo laboratorio, come dimostrano le mani ruvide e le tracce di colore che vi hanno lasciato il segno.











Proprio come faceva quando ospitava Jorn e tanti altri grandi nomi dell’arte contemporanea e con loro progettava quelli che sarebbero diventati splendidi esempi di un’arte troppo speso considerata - a torto - “arte minore”. Perchè soffermandosi sui piatti, i vasi, i pannelli e le sculture in mostra si fa davvero fatica a considerare la ceramica una tecnica inferiore alle forme d’arte più diffuse. In realtà, seppure non ancora abbastanza studiata e apprezzata nel nostro Paese, <arte maggiore” - come sentenzia Arensi - e ha rappresentato un grande contributo per il rinnovamento dell’arte in Italia>>.







Fabbrica di grande arte, dunque, quella di Poggi. I torni della San Giorgio hanno visto passare chi ha contribuito incisivamente a fare la storia della pittura, della scultura, della grafica della seconda metà del Novecento, toccando un po’ tutti i movimenti che l’hanno segnata. Alla Casa del Mantegna ci sono i “sogni” del grande surrealista cubano Wifredo Lam con la sua figurazione di sapore primitivo, dei “Cobra” Asger Jorn e Serge Vandercam, del nuclearista Gianni Dova, del secondo futurista Farfa. E poi una bellissima testa femminile di Lucio Fontana e lavori di Alik Cavaliere, Eugenio Carmi, Agenore Fabbri, Pietro Consagra, Ugo Nespolo, Milena Milani, Lele Luzzati, Aligi Sassu, Emilio Tadini, Ernesto Treccani.








Oltre ad artisti dimenticati ma di valore, di cui Flavio Arensi, nell’elaborare questa mostra, ha voluto recuperare e valorizzare la produzione, come nel caso dello scultore torinese Sandro Cherchi. E ancora le nuove generazioni dell’arte europea che oggi mantengono viva la vocazione artistica della fabbrica di Albisola, come il tedesco Franz Hizler, che per Giovanni Poggi è l’erede di Jorn.





Nella sua storia la San Giorgio ha ospitato 170 artisti da tutto il mondo che, nei laboratori interagivano con gli artigiani della ceramica, apprendendo e insegnando e arrivavano a diventare parte integrante non solo della fabbrica ma anche della comunità albisolese.






Un tipo di rapporto tra arte e impresa che al giorno d’oggi non si trova più. La San Giorgio è una fabbrica di sogni che vanno scomparendo, sempre più emarginati dalle dinamiche del mondo dell’arte odierno e del suo mercato. Perchè Giovanni Poggi non è soltanto un mecenate, non solo un esempio di imprenditoria sensibile e illuminata, ma soprattutto un vero amante dell’arte. Un sognatore.






La fabbrica dei sogni. Grandi artisti alle ceramiche San Giorgio di Albisola è aperta fino al 17 febbraio alla Casa del Mantegna di Via Acerbi n. 47 (MN) da martedì a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, domenica e festivi dalle 10 alle 18.







Sabato 9 febbraio si inaugura, invece, una seconda sezione della mostra dedicata alle ceramiche San Giorgio, questa volta all'interno della chiesa della Madonna della Vittoria in Via Monteverdi n.1 a Mantova. La fabbrica San Giorgio. Le Ceramiche San Giorgio per il progetto Polis non è soltanto un evento culturale ma anche un progetto benefico, realizzato in collaborazione con la cooperativa sociale onlus Agorà di Rivarolo Mantovano (MN).





Il ricavato dell'asta che si terrà alla chiusura della mostra, il 16 marzo, infatti, servirà a finanziare il progetto della onlus per la costruzione di un centro per disabili in provincia di Mantova. I partecipanti all'asta di domenica 16 marzo (ore 16,30) potranno aggiudicarsi le 60 opere esposte in mostra, che sono state realizzate dai numerosi artisti che hanno collaborato in passato o collaborano tuttora con la Ceramiche San Giorgio e, quindi, generosamente donate dal patron del laboratorio ligure Giovanni Poggi.







Le valutazioni degli oggetti vanno dai 500 fino ai 3500 euro, stima dei pezzi più pregiati: una scultura in terracotta smaltata vulcanica realizzata dallo scultore torinese Sandro Cherchi nel 1993 e un piatto blu del "Cobra" Serge Vandercam in terracotta smaltata del 2002.






Saranno messi all'asta: due sculture di Filippo Ape, un piatto di Mario Arlati, due vasi di Giancarlo Bargoni, un piatto di Franco Bruzzone, una scultura e un vaso di Pietro Bulloni, un piatto di Aurelio Caminati e uno di Romano Campagnoli, quattro vasi del tedesco Peter Casagrande, una scultura di Sandro Cherchi, un piatto di Mauro Chessa, una scultura di Mauro Corbani, due piatti di Stefano D'Amico e uno di Bartolomeo Delfino, una scultura dell'olandese Jacqueline De Jong, un piatto di Ettore De Sanctis, due ciotole in terracotta ingobbiata e ossidi del toscano Agenore Fabbri, un vaso e un piatto di Luciano Fiannacca, un piatto di G. Celano Giannici, uno di Pino Grioni, tre vasi e un piatto di Ernst Heckelmann, un piatto e un vaso di Franz Hizler, due piastre in terracotta di Enzo L'Acqua, un piatto di Giorgio Laveri, una scultura del danese Nes Lerpa, un vaso di Marcello Lo Giudice, un vaso e un piatto di Giorgio Moiso, un vaso di Angelo Molinari, un piatto di Nidoljko Pecanac del 1968, un vaso e un piatto di Stefano Pizzi, un piatto di Francesco Preverino, un vaso di Silvana Priametto e due plasmati e dipinti a quattro mani da Giovanni Poggi e M. Uffreduzzi nel 1973, due piatti di Giorgio Robustelli, uno di Dario Rossi, uno di Luiso Sturla, uno di Giuseppe Tinti, uno di Paolo Valle, uno delll'artista danese Serge Vandercam, una sfera di Andrea Zavattaro e un piatto realizzato dalle allieve del corso di decorazione della San Giorgio.





Le opere saranno tutte esposte alla Madonna della Vittoria dal 9 febbraio al 16 marzo. Orari di apertura: da martedì a venerdì dalle 15.30 alle 18.30, sabato e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30. Chiuso venerdì 22 febbraio.




Il biglietto d'ingresso per la mostra alla Casa del Mantegna dà diritto alla visita anche alla sezione alla Madonna della Vittoria.

















martedì 15 gennaio 2008

I big dell'arte contemporanea all'asta a Venezia.

Appuntamento imperdibile per i collezionisti sarà il week-end del 19 e 20 gennaio, quando la sede di Venezia della Finarte, la più importante casa d'aste made in Italy, proporrà negli spazi di Palazzo Correr più di 900 opere, tra i cui spiccano alcuni pezzi da novanta della storia dell'arte contemporanea.
Uno spettro amplissimo e variegato della produzione artistica - italiana ed europea soprattutto - del Novecento, con alcune punte di diamante rappresentate da artisti di primissimo livello. I grandi nomi non sono pochi, ma i prezzi non sono tutti proibitivi. In asta ci saranno, infatti, numerosi esempi di grafica d'autore a tiratura limitata, opere firmate dai più grandi rappresentanti dell'arte europea e mondiale: le litografie di Victor Vasarely, Sebastian Matta, Asger Jorn, Salvador Dalì, Juan Mirò, solo per fare qualche esempio.
Il ricco catalogo propone anche pittori in crescita, che stanno dimostrando la loro qualità con una produzione vivace e originale come il veneziano Klume (http://www.klume.com/), classe 1962. Sue sono 11 delle opere presenti nella due giorni d'asta. Composizioni ottenute con pennellate decise e vibranti, dai colori densi e brillanti, costantemente in bilico fra astrazione pura e semi-figurazione, come nel caso dei quattro oli su tela del polittico The Blue Zone o di Alive flowers. Tutti i quadri di Klume sono lotti ad offerta libera.
L'asta di Finarte punta molto sull'opera del francese Martial Raysse, nato nel 1936 a Nizza, pittore astratto prima e Pop poi, dopo un soggiorno in USA. Tra i fondatori del Nouveau Rèalisme francese, è stato anche cineasta e, insieme a Niki de Saint-Phalle e Jean Tinguely, ha firmato le scenografie per un balletto di Roland Petit. Il lotto 899 è la sua Ulysses, why do you come so late poor fool: tableau à géométrie variable, 12 acrilici su tela che si trasformano in pannelli componibili e costruiscono l'opera per accostamento.
I masterpieces dell'asta Finarte sono firmati da grandissimi nomi dell'arte europea del novecento. Sono in catalogo due opere tarde di Marc Chagall, entrambe realizzate con tecnica mista su carta: Coupe de bouquet (1973), stimato 220-250.000 euro, e Senza Titolo, 85-100.000 euro.
Quotazioni molto elevate anche per le due opere del canadese Jean Paul Riopelle: Des Nefs d’or (1968), valutata 240-260.000 euro e Cimes (1958), altro olio su tela astratto, stimato intorno ai 160-180.000 euro.

Curiosando tra i fiori all'occhiello dell'offerta Finarte, davvero numerosi, si trova un po tutta la grande storia dell'arte europea dell'ultimo secolo. Si va dalla Metafisica di Giorgio
De Chirico
all'Informale di Hans Hartung, passando per la Transavanguardia rappresentata da Francesco Clemente e il Divisionismo di Giovanni Segantini.
Altri grandi nomi: lo scultore Marino Marini, il grande futurista Fortunato Depero, Arman, Emilio Vedova, Maurice Utrillo, Mario Schifano, Enrico Baj, Felice Casorati e Ottone Rosai.
Info e catalogo su http://www.finarte.it/.