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martedì 31 luglio 2007

L'avanzata cinese


Dopo aver dato l'assalto all'economia globale conquistando i mercati di tutto il mondo, la Cina non poteva mancare di irrompere con la sua carica di novità anche nel mercato dell'arte. Semplice moda o qualità vera e propria? Le opinioni si scontrano. Ma ciò che è inconfutabile è che l'arte cinese, prima di tutto la pittura, è il nuovo orizzonte da conquistare per mercanti d'arte e collezionisti.




Yue Minjun, Le déjeneur sur l'herbe, olio su tela, 1995.


Come mostra un interessante servizio di Renato Diez sul numero di luglio della rivista Arte, la produzione artistica cinese sta vivendo un'ascesa vertiginosa: in soli due anni, dal 2004 al 2006, le quotazioni dell'arte made in Cina sono più che raddoppiate e la scalata non accenna a frenare.


Ironica e dissacratoria, testimonianza delle contraddizioni della modernità e della società che cambia, del mondo globalizzato e della comunicazione multimediale, la produzione cinese ha conquistato critici (primo fra tutti Achille Bonito Oliva), galleristi e collezionisti. Tutta rivolta al presente l'arte di questo paese osa, fa riflettere con grande originalità di linguaggi.


Pezzi da novanta sono certamente da considerare i malinconici e inquietanti ritratti in bianco e nero mossi da tocchi fragili di colore di Zhang Xiaogang o i sorrisi tirati, carichi di ipocrisia, delle figure di Yue Minjun, che interpreta in chiave dissacratoria i miti dell'arte e della civiltà (suo è il best seller assoluto della creatività cinese: The pope, battuto lo scorso giugno da Sotheby's per la cifra vertiginosa di 4.280.000 dollari). Ma fra i più quotati pittori provenienti dal paese della Grande Muraglia ci sono anche Fang Lijun, He Sen, Zao Wou-Ki.


Il boom cinese non si limita soltanto ai quadri. Anche se, certamente, è la pittura a farla da padrone, riscuotono enorme apprezzamento anche fotografia, scultura, videoart e performing art, che possono far battere cifre da record alle maggiori case d'aste del mondo. Ai fotografi e videoartisti Yang Fudong e Yang Zhenzhong si possono aggiungere i fotografi Sheng Qi e Jin Shan e gli scultori Chen Zhen e Zhan Wang.


La Biennale di Venezia non poteva non accorgersi del fenomeno in crescita e anche in questa 52° edizione le opere degli artisti della Repubblica Popolare emergono nella ricca offerta lagunare. Una fra tutte China Tracy, installazione multimediale di Cao Fei che esprime nel migliore dei modi la decisa tendenza dell'arte cinese a proiettarsi nelle espressioni più forti della modernità tecnologica e futuristica.


In Italia le gallerie d'arte di riferimento per l'arte cinese sono la Continua di San Gimignano ( http://www.galleriacontinua.com/) e la Marella di Milano (http://www.marellart.it/), che hanno sedi anche a Beijing, e la N. O. Gallery di Milano (http://www.nogallery.it/), dove si è da pochi giorni conclusa la collettiva di giovani artisti Occhio alla Cina.

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