I giovani artisti che nella seconda metà degli anni Settanta il grande critico Achille Bonito Oliva raccolse attorno a sé, creando un movimento artistico che etichettò Transavanguardia, sono oggi star del mercato dell'arte, confermando, così, le buone previsioni del loro mecenate.
E. Cucchi, Quadro santo, olio su tela, 1980.
Facevano parte di quel gruppo grandi nomi dell'arte italiana: Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria, Mimmo Paladino. Tutti impegnati ad esprimere pittoricamente il loro disagio di uomini dell'epoca contemporanea e la loro ricerca di una dimensione ulteriore come resistenza al presente.
Nel cerchio di questi artisti che recuperano il sapore della manualità, il manierismo e l'eclettismo dello stile, il gusto della citazione e l'amore per il recupero di ciò che è passato (quasi ad evidenziare una pessimistica negazione di un possibile futuro, in contrapposizione, quindi, all'altra dimensione artistica di cui hanno trasfigurato il nome: quella delle Avanguardie storiche) emerge la figura di Enzo Cucchi, ancora oggi il maestro più richiesto di quel movimento.
Cucchi si fa interprete di un discorso pittorico inquieto e tormentato, sempre alla ricerca di qualcosa: il sacro e la religione in una prima fase corrispondente agli Anni Ottanta, la ricerca concettuale del senso della pittura nella fase più recente. Ma, in accordo con il pessimismo tipico della corrente di cui fa parte, la sua pare una ricerca destinata a rimanere senza risultato, le domande restano senza risposte.
E, così, aumenta l'inquietudine dell'artista, che traspone visivamente i suoi sentimenti in tocchi energici, pennellate vibranti di colori shock, presenze figurative inquietanti che si muovono in paesaggi solitari e desolanti. Una pittura che guarda con insistenza all'Espressionismo e talvolta ai Fauves. La spiritualità descritta da Cucchi sembra più un incubo, piuttosto che un rifugio o una certezza.
Pittore riconosciuto come maestro dalle istituzioni ai vertici dell'arte contemporanea di tutto il mondo, Enzo Cucchi ha esposto le sue opere nei maggiori spazi museali internazionali, dal MOMA e dal Guggenheim di New York al Centre Pompidou di Parigi, ed è stato protagonista di numerose personali. L'ultima gli è dedicata dal Museo Correr di Venezia, che ospita fino al 7 ottobre la sua grande mostra monografica nell'Ala Napoleonica (http://www.museiciviciveneziani.it/).
La mostra veneziana spingerà ancora più in alto le già elevatissime quotazioni dell'artista marchigiano, che rappresenta l'esponente più quotato della Transavanguardia. I suoi quadri a olio di piccolo formato (cm 20x30) si aggirano intorno ai 45.000 euro. Quelli più grandi vengono venduti a tre volte tanto. Ma le opere di Cucchi hanno raggiunto, in asta, anche prezzi molto più alti. Il suo top lot, Quadro santo (1980), personale è stato battuto da Chriestie's London nel giugno 2006 per 1.051.851 dollari.
Gallerie di riferimento: Emilio Mazzoli di Modena (http://www.galleriamazzoli.com/) e Vecchiato New Art Galleries di Padova (http://www.vecchiatoarte.it/).
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